Sensazioni sparse di qualcosa che mi tira avanti e indietro allo stesso tempo.
Da un lato sento spinte propulsive forti e contagiose, che mi indicano una strada sempre più chiara e dai contorni che cominciano a delinearsi in modo sempre più definito. Sto cominciando a mettere in atto alcune cose che dovranno segnare le tappe dei prossimi mesi. Tutto questo mi da' forza ed energia in quantità, che solo fino a poco tempo fa non pensavo di avere.
Dall'altro lato mi sembra di avere sempre poco tempo a disposizione oppure di non essere molto capace di usarlo al meglio. E mi è sempre più complicato provare ad incastrare tutto quello che vorrei fare, le persone che vorrei vedere, il tempo utile da dedicare a me stesso, eccetera, con le cose che devo fare per contingenza e necessità. Allora mi preoccupo di evitare di non farmi stressare e inghiottire da quella tipica frenesia dell'uomo di città, sempre dilaniato tra doveri, piaceri, incombenze e desideri.
Bella scoperta, mi direte! Eh, già... e avreste ragione a pensarlo. Mi ritrovo ad essere come milioni di altri, che si premurano sempre di fare tutto quello che devono nel tempo utile e necessario. Infatti non voglio lamentarmi, sono già sufficientemente fortunato a poter dedicare molto tempo a me stesso. Vorrei solo essere un po' più abile ad evitare di perdere tempo prezioso e a non farmi fagocitare dai troppi ozi che spesso sono lì ad aspettarmi.
Quella del tempo comunque è una ossessione che accomuna molte persone e che si ritrova facilmente in molti aspetti del nostro mondo. A me piace rifletterci su e tentare di trovarci un senso, ma finisco spesso per andare a finire nel metafisico e nel filosofico. Mi piacciono infatti le storie che parlano dello scorrere del tempo e che ci giocano, perché è un modo per riflettere sui limiti della nostra vita, sulla sua fragile precarietà e sulla ineffabile velocità con cui scorre. C'è un film che uscirà prossimamente che parla proprio di questo: The Curious Case of Benjamin Button di David Fincher, con Brad Pitt e Cate Blanchett. E' la storia assurda di un uomo che nasce anziano e che dunque, anziché invecchiare, ringiovanisce. E' tratto da un racconto di Francis Scott Fitzgerald e, a vedere dal trailer, sembra essere un film molto bello. Sono certo che a me piacerà moltissimo, proprio per i temi di cui tratta e per la sua natura di "Grande Storia" (o, come dicono gli americani, "Tall Tale").
Ci sono altre cose di cui vorrei scrivere, ma stasera mi manca un po' il tempo. Già, perché ci vuole anche il tempo per dormire, come per tutto il resto. Ma presto avrò anche il tempo per continuare a scrivere, a pensare, a progettare, a filmare, a vivere e a sognare.
Da un lato sento spinte propulsive forti e contagiose, che mi indicano una strada sempre più chiara e dai contorni che cominciano a delinearsi in modo sempre più definito. Sto cominciando a mettere in atto alcune cose che dovranno segnare le tappe dei prossimi mesi. Tutto questo mi da' forza ed energia in quantità, che solo fino a poco tempo fa non pensavo di avere.
Dall'altro lato mi sembra di avere sempre poco tempo a disposizione oppure di non essere molto capace di usarlo al meglio. E mi è sempre più complicato provare ad incastrare tutto quello che vorrei fare, le persone che vorrei vedere, il tempo utile da dedicare a me stesso, eccetera, con le cose che devo fare per contingenza e necessità. Allora mi preoccupo di evitare di non farmi stressare e inghiottire da quella tipica frenesia dell'uomo di città, sempre dilaniato tra doveri, piaceri, incombenze e desideri.
Bella scoperta, mi direte! Eh, già... e avreste ragione a pensarlo. Mi ritrovo ad essere come milioni di altri, che si premurano sempre di fare tutto quello che devono nel tempo utile e necessario. Infatti non voglio lamentarmi, sono già sufficientemente fortunato a poter dedicare molto tempo a me stesso. Vorrei solo essere un po' più abile ad evitare di perdere tempo prezioso e a non farmi fagocitare dai troppi ozi che spesso sono lì ad aspettarmi.
Quella del tempo comunque è una ossessione che accomuna molte persone e che si ritrova facilmente in molti aspetti del nostro mondo. A me piace rifletterci su e tentare di trovarci un senso, ma finisco spesso per andare a finire nel metafisico e nel filosofico. Mi piacciono infatti le storie che parlano dello scorrere del tempo e che ci giocano, perché è un modo per riflettere sui limiti della nostra vita, sulla sua fragile precarietà e sulla ineffabile velocità con cui scorre. C'è un film che uscirà prossimamente che parla proprio di questo: The Curious Case of Benjamin Button di David Fincher, con Brad Pitt e Cate Blanchett. E' la storia assurda di un uomo che nasce anziano e che dunque, anziché invecchiare, ringiovanisce. E' tratto da un racconto di Francis Scott Fitzgerald e, a vedere dal trailer, sembra essere un film molto bello. Sono certo che a me piacerà moltissimo, proprio per i temi di cui tratta e per la sua natura di "Grande Storia" (o, come dicono gli americani, "Tall Tale").
Ci sono altre cose di cui vorrei scrivere, ma stasera mi manca un po' il tempo. Già, perché ci vuole anche il tempo per dormire, come per tutto il resto. Ma presto avrò anche il tempo per continuare a scrivere, a pensare, a progettare, a filmare, a vivere e a sognare.
2 commenti:
avevo visto anche io il trailer. mi incuriosisce molto, poi scambiamoci le impressioni!!!
:-)
Zion
Caro Mauri,
come cercava di spiegare J a mio figlio, time is man-made...
Ti capisco, questo vortice di cui sembrerebbe siamo schiavi, di solito lo creiamo noi...
Hai gia' parlato di slow-motion. Ora invece ti suggerisco :stop and smell the roses!
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