mercoledì, dicembre 31, 2008

E chiudiamo quest'anno funesto

Arrivati finalmente alla fine di quest'anno bisesto e funesto altrimenti noto come 2008.

Un anno in cui sono successe tante cose, in cui il vortice ha turbinato all'impazzata e mi ha lasciato spesso coi capelli scompigliati e rintronato come non mai. E' stato un anno di eventi tristi e laceranti, un anno di molta riflessione e di sguardi persi nella contemplazione. E' stato un anno di lacrime e di preoccupazioni, un anno di addii e di ritrovamenti. Ma è stato anche un anno dove ho sentito di abbandonare la gioventù e di esser diventato un uomo.

Io cerco sempre di trovare un senso alle cose che mi capitano e di vivere sempre di più con la testa e con il cuore vivi e fermi nel presente, senza rimestare troppo nel passato e senza dovermi preoccupare ansiosamente del mio futuro. Ora sono qui, con la testa tra le mie mani, a pensare e a chiedermi se tutto ciò che ora mi sta succedendo e che ha portato una ventata di novità nella mia vita sarà qualcosa di buono e di bello. Non lo so... ma credo che valga la pena e il dolore di provarci. E allora voglio sorridere, adesso.

In genere gli anni dispari mi portano più fortuna e gioia di quelli pari. Speriamo che sia così per questo 2009. Intanto sarà l'anno in cui girerò la fatidica boa dei 30 anni... e speriamo di arrivarci bene.

Voglio salutare quest'anno difficile ma comunque importante con una nota musicale di gioia e di giubilo, : "Exsultate Justi", brano per coro e orchestra composto da John Williams per il film L'impero del sole di Steven Spielberg.



Buon anno a tutti voi, miei cari amici.

martedì, dicembre 30, 2008

Spezzare il pane col nemico

Riuscirà mai quel lembo di terra in Medioriente ad avere la pace?

Le notizie di guerra di questi giorni mi fanno sprofondare in una nube di cupo pessimismo. Sembra che chi ha in mano la vera possibilità di fare la pace, alla fine non voglia veramente farla. Chi paga poi sono sempre e comunque gli innocenti. In quella terra, la cosiddetta "Terra Santa", scorre tanto, troppo sangue. Un sangue rosso e scuro, fatto di odio e vendetta ma soprattutto di intransigenza.

Il film Munich di Steven Spielberg è un opera straordinaria ed ancora molto attuale, viva, che parla della ferita mediorientale con grande coraggio e lucidità. La scena finale del film è una sintesi perfetta di ciò che è accaduto e che ancora accade.




Pace in terra agli uomini di buona volontà. Eh, già.

lunedì, dicembre 29, 2008

Alba autunnale

Una mattina d'autunno, come al solito, mi sveglio pigramente e svogliatamente, ancora impastato dal sonno e dai sogni bruscamente interrotti. Con la mia solita flemma da bradipo, mi dirigo verso la finestra ed alzo la tapparella.

A volte capita che alcune mattine, dalla finestra di camera mia, possa presentarmisi un piccolo ma meraviglioso spettacolo di luce e colore come questo:

Sì, vale la pena vivere, dopotutto. Anche solo per questo.

giovedì, dicembre 25, 2008

Lo strano Natale del signor Maurizio

Ebbene, con un freddo che sferza tutti i pori della faccia ed una nebbia che dalle mie parti è densa come orzata con latte, eccoci arrivati anche quest'anno al momento delle feste natalizie.

E' un Natale strano quest'anno, per me. L'atmosfera è sospesa, meditabonda, incerta. E' il primo Natale senza mio papà e questo ovviamente fa passare l'entusiasmo e la voglia di festeggiare un po' a tutta la famiglia. A questo aggiungiamo recentissime sfighe assortite sempre in ambito familiare, situazioni personali di cuore e affetto piuttosto contorte e incasinate e il cenone è servito.

Tuttavia, ci si prova lo stesso. Sì, tentiamo lo stesso di stringerci l'un l'altro, vicini, per sentire un po' di tepore e di affetto. L'anno scorso scrivevo che, per me, il Natale è una festa che ha un senso solo nel ritrovo della mia famiglia. Quest'anno è diverso e non so nemmeno se trovarci un senso di qualche tipo. So solamente che voglio abbracciare le persone a cui voglio bene e sorridere insieme a loro. Niente corse per i regali dell'ultimo secondo, niente piaggerie ipocrite, niente falsi buoni sentimenti. Solamente affetto e amore vero, le uniche cose in grado di mondare l'anima dalla nebbia dell'incertezza e della tristezza.

In quella bellissima fiaba natalizia che è The Nightmare Before Christmas di Tim Burton ritrovo lo struggimento e la dolce malinconia che oggi, Natale 2008, sento riguardo queste feste. Un ricordo caliginoso, la stolida tenacia di Jack Skellington che si strugge e si arrabbia chiedendosi cos'è quel vuoto dentro di sè...



(Qui trovate anche la versione originale in Inglese, cantata da Danny Elfman)

Buon Natale a tutti voi, miei cari amici... passatelo bene, vicino alle persone a cui volete più bene.

lunedì, dicembre 15, 2008

There. And back again.

A volte mi basta veramente poco per ritornare in carreggiata e sentire nuovamente l'energia che scorre lungo tutto il corpo.

Un sorriso.
La parola giusta.
Uno sguardo.
Un movimento particolare.
La musica che mi fa vibrare.

E allora, fido destriero, fammi galoppare, con tutta la forza di vivere che ho.

Suddenly

Proprio quando pensavo di aver ritrovato un po' di equilibrio, ecco che arrivano cose in grado nuovamente di mettermi in subbuglio e di rimestare tra lo stomaco e la gola, insinuandosi tra le pieghe della mia fragile, sempre vulnerabile emotività.

Riesco a ritrovare la calma e la tranquillità grazie ai punti di riferimento che mi tengono ben saldi al terreno: la mia musica, le mie immagini, le persone a cui voglio bene, il mio stato d'animo sempre essenzialmente ottimista e sorridente.

Eppure.

Eppure, mi assalgono violente bordate di malinconia, acutizzate dal periodo pre-natalizio che si sta rivelando (come potevo immaginare, però) particolarmente difficile da affrontare quest'anno. A volte, come in questo momento, faccio molta fatica a gestire questi miei stati d'animo. Devo incanalare tutta questa scarica di energia da qualche parte ed è per questo che ora scrivo. Forse quando rileggerò ( e quando voi leggerete) queste parole con distacco e lucidità, non capirò nulla e tutto mi sembrerà sconclusionato e senza senso. O forse sarò in grado di capire perfettamente cosa mi è passato per la testa.

Il mio problema è proprio la mia incapacità a gestire la mia vita emotiva. A volte mi sento sconfitto prima ancora di partire per la battaglia.

Non lo so, boh... stasera è così, mi perdo dentro le mie parole e non sono capace di venire a capo di nulla.

Vorrei solo volare. Volare alto nel cielo e toccare le nuvole con le dita, sentire il vento che mi sferza il viso e guardare il mondo dall'alto.




Turn me loose from your hands
Let me fly to distant lands
Over green fields, trees and mountains
Flowers and forest fountains
Home along the lanes of the skyway

For this dark and lonely room
Projects a shadow cast in gloom
And my eyes are mirrors
Of the world outside
Thinking of the way
That the wind can turn the tide
And these shadows turn
From purple into grey

For just a Skyline Pigeon
Dreaming of the open
Waiting for the day
He can spread his wings
And fly away again
Fly away skyline pigeon fly
Towards the dreams
You've left so very far behind

Just let me wake up in the morning
To the smell of new mown hay
To laugh and cry, to live and die
In the brightness of my day

I want to hear the pealing bells
Of distant churches sing
But most of all please free me
From this aching metal ring
And open out this cage towards the sun

domenica, dicembre 07, 2008

Quattro risate

L'amica blogger Simona ci segnala questo divertentissimo blog:

Barack Obama is your friend!!!

Alcune mi ha fatto davvero ridere, come questa:

Barack Obama era entusiasta, quella volta che gli hai rivelato che Darth Vader era il padre di Luke Skywalker poco prima che vedesse per la prima volta L'impero colpisce ancora.


:D

sabato, novembre 29, 2008

Auguri babbo

Oggi 28 novembre (anche se per l'orologio adesso è già il 29) il mio papà avrebbe compiuto 70 anni.

Oggi ha nevicato qui a Milano, cosa assai strana per essere soltanto Novembre. Questa sera sono venuti a trovarci i miei nipotini e ad un certo punto ci siamo messi a giocare a palle di neve. Sento la risata tonante di mio padre che accompagna le scorribande. A lui piaceva tantissimo giocare coi suoi nipoti.

Voglio dedicare questo pensiero a lui e fargli lo stesso gli auguri, con questo brano di un film che lui amava moltissimo. Auguri babbo. Sono sicuro che adesso stai piroettando come Gene Kelly, da qualche parte lassù.

giovedì, novembre 27, 2008

Chilling Out

Tante cose da fare e poco tempo, dicevo.

Però ci sono sere, come questa, in cui è bello dedicarsi solo al relax, anzi, al chilling out... prima di andare a riposare le stanche membra e a godersi un sonno meritato. Domani sarà una giornata piena, ma ora non voglio pensarci...

Ora, solo musica, relax e mente in libertà: Massive Attack, "Teardrop", dall'album Mezzanine. Gran pezzo (e gran video).



Chill out. See ya.

martedì, novembre 25, 2008

Avanti e indietro


Sensazioni sparse di qualcosa che mi tira avanti e indietro allo stesso tempo.

Da un lato sento spinte propulsive forti e contagiose, che mi indicano una strada sempre più chiara e dai contorni che cominciano a delinearsi in modo sempre più definito. Sto cominciando a mettere in atto alcune cose che dovranno segnare le tappe dei prossimi mesi. Tutto questo mi da' forza ed energia in quantità, che solo fino a poco tempo fa non pensavo di avere.

Dall'altro lato mi sembra di avere sempre poco tempo a disposizione oppure di non essere molto capace di usarlo al meglio. E mi è sempre più complicato provare ad incastrare tutto quello che vorrei fare, le persone che vorrei vedere, il tempo utile da dedicare a me stesso, eccetera, con le cose che devo fare per contingenza e necessità. Allora mi preoccupo di evitare di non farmi stressare e inghiottire da quella tipica frenesia dell'uomo di città, sempre dilaniato tra doveri, piaceri, incombenze e desideri.

Bella scoperta, mi direte! Eh, già... e avreste ragione a pensarlo. Mi ritrovo ad essere come milioni di altri, che si premurano sempre di fare tutto quello che devono nel tempo utile e necessario. Infatti non voglio lamentarmi, sono già sufficientemente fortunato a poter dedicare molto tempo a me stesso. Vorrei solo essere un po' più abile ad evitare di perdere tempo prezioso e a non farmi fagocitare dai troppi ozi che spesso sono lì ad aspettarmi.

Quella del tempo comunque è una ossessione che accomuna molte persone e che si ritrova facilmente in molti aspetti del nostro mondo. A me piace rifletterci su e tentare di trovarci un senso, ma finisco spesso per andare a finire nel metafisico e nel filosofico. Mi piacciono infatti le storie che parlano dello scorrere del tempo e che ci giocano, perché è un modo per riflettere sui limiti della nostra vita, sulla sua fragile precarietà e sulla ineffabile velocità con cui scorre. C'è un film che uscirà prossimamente che parla proprio di questo: The Curious Case of Benjamin Button di David Fincher, con Brad Pitt e Cate Blanchett. E' la storia assurda di un uomo che nasce anziano e che dunque, anziché invecchiare, ringiovanisce. E' tratto da un racconto di Francis Scott Fitzgerald e, a vedere dal trailer, sembra essere un film molto bello. Sono certo che a me piacerà moltissimo, proprio per i temi di cui tratta e per la sua natura di "Grande Storia" (o, come dicono gli americani, "Tall Tale").

Ci sono altre cose di cui vorrei scrivere, ma stasera mi manca un po' il tempo. Già, perché ci vuole anche il tempo per dormire, come per tutto il resto. Ma presto avrò anche il tempo per continuare a scrivere, a pensare, a progettare, a filmare, a vivere e a sognare.

venerdì, novembre 14, 2008

Slowmotion

Per cercare di capire meglio le cose, mi piacerebbe avere la possibilità di vedere tutto al rallentatore, in slow motion. Per catturare i movimenti, le espressioni, gli sguardi. Tutto quanto.



Così forse avrei qualche idea un po' più chiara.

giovedì, novembre 13, 2008

Show and Tell

Le sinapsi questa sera sono alquanto sparpagliate e scompigliate. Nel tentativo di provare a dare un ordine a certe cose (io e le mie manie di catalogazione), va a finire che c'è sempre più casino di prima. E allora non mi resta che affidarmi a tre cose: alle immagini, ossia piccoli rettangolini di realtà (?) a cui voglio mettere una cornice; alla musica, che è e sempre sarà compagna di viaggio e amante fedele; e alle parole, messe giù in qualche maniera per cercare di suscitare un'idea o una piccola emozione.

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Raggi, coni, sfere di luce.
Danno la forma, il colore e la sostanza
delle cose.


Sto guidando e all'improvviso
un cielo blu
prima mi guarda,
e poi mi saluta.


Mettere una cornice al Sole
è come cercare
di rinchiudere un lampo
dentro ad una bottiglietta.


L'altro lato
della Luna
forse è ancora più bello,
ma lei
si fa guardare solo da qui
.







mercoledì, novembre 05, 2008

Change

Finalmente una bella notizia. Presto comincerà il duro lavoro, ma per adesso lasciamoci cullare un po' dalla gioia e dalla felicità. Sono rimasto stupito dalla capacità che gli Stati Uniti hanno avuto di voltare pagina. Ammetto che, sotto sotto, avevo paura che infine avrebbero prevalso le paure, gli arroccamenti e il mantenimento dello status quo. E invece che bella pagina di democrazia e di coraggio che abbiamo visto.
Speriamo che questo vento tra un po' cominci a tirare anche dalle nostre parti...

martedì, novembre 04, 2008

SuperTuesday


Ormai sembra che ogni mio nuovo post debba essere dedicato alla politica. Perdonate i miei mal di pancia delle scorse settimane, ma l'evento di oggi non può assolutamente passare inosservato (poi vi prometto che tornerò a parlare anche di altro).

Oggi gli Stati Uniti eleggono il loro nuovo Presidente. E' un momento importante, poiché il risultato condizionerà, nel bene e nel male, i destini anche del resto di questo pianeta sempre più strano e contraddittorio. La cosa poi è di per sè un bene perchè George Darth Bush finalmente se ne va fuori dalle palle.

La speranza che Obama ha cercato di incarnare nei suoi discorsi durante la campagna elettorale oggi si potrebbe tramutare in realtà. Io spero, come molti altri, che sia lui a uscire vincitore dalle urne questa sera. Potrebbe essere davvero un bel segnale di cambiamento e Dio sa quanto in questo momento ce ne sia un gran bisogno. Ieri sera un antropologo ospite ad una trasmissione televisiva ha detto una cosa molto bella: se Obama vince, si potrebbe dire che la sua sarebbe la vittoria della riaffermazione della Parola. I politici, in tutto il mondo, hanno ormai svuotato di senso le parole, fanno una cosa e ne dicono un'altra. Obama sembra ancora credere nel valore fondante della Parola e della possibilità di essa di poter rappresentare qualcosa di vero e tangibile per le persone.
Speriamo allora che dalle urne statunitensi esca qualcosa che possa aiutare tutti a ridare senso alle parole, e non solo a queste.

venerdì, ottobre 24, 2008

Delirio agghiacciante

Non ho parole.



"Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno. In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perchè pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito... Lasciarli fare (gli universitari, ndr). Ritirare le forze di Polizia dalle strade e dalle Università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di Polizia e Carabinieri. Nel senso che le forze dell'ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano. Soprattutto i docenti. Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì... questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l'incendio".

Con le sue parole agghiaccianti, Cossiga non fa che confermare che la democrazia nel nostro Paese non esiste più (o forse non è mai esistita).

Stiamo arrivando al capolinea. Confesso che comincio a temere qualcosa di brutto, veramente brutto in arrivo. Spero di sbagliarmi, ma la sensazione è forte.

mercoledì, ottobre 22, 2008

Allo sfascio

Riporto questo pensiero di Pietro Calamandrei (courtesy of Blog di Beppe Grillo) risalente a più di 50 anni fa, su cui ci sarebbe molto da riflettere riguardo le vicende di questi giorni:
"Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuole fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica,intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di previlegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole , perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi,come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Gli esami sono più facili,si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola previlegiata.Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare prevalenza alle scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina. L’operazione si fa in tre modi: ve l’ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico."

Discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III congresso dell’Associazione a Difesa della Scuola Nazionale, a Roma l’11 febbraio 1950

Stanno sfasciando tutto e vogliono persino avere ragione. Vogliono il consenso e gli applausi. Vogliono mostrare i muscoli e forse addirittura raddrizzare le cose col manganello.

Sento puzza, ma forte puzza di fascismo (e anche di p2).

lunedì, ottobre 20, 2008

Tutti con lui

Roberto Saviano è una di quelle persone per cui mi sento ancora orgoglioso di essere italiano. Sarà che oramai ce ne sono rimasti pochi come lui: onesto, coraggioso, lucido, intelligente e col cuore grande. Un ragazzo della mia età, ed è questa la cosa che forse mi colpisce maggiormente e mi fa sentire così vicino a lui. E quando ho letto le sue parole l'altro giorno su Repubblica dove annuncia la scelta, dolorosa e sofferta, di voler lasciare il nostro paese, mi sono sentito quasi abbattuto e triste. Perchè viviamo in un diavolo di paese dove una persona come lui si ritrova costretta ad andarsene? Perchè?

Ho letto più volte le sue parole e sono rimasto colpito soprattutto da queste:
«Penso di aver diritto a una pausa. Ho pensato, in questo tempo, che cedere alla tentazione di indietreggiare non fosse una gran buona idea, non fosse soprattutto intelligente. Ho creduto che fosse assai stupido - oltre che indecente - rinunciare a se stessi, lasciarsi piegare da uomini di niente, gente che disprezzi per quel che pensa, per come agisce, per come vive, per quel che è nella più intima delle fibre ma, in questo momento, non vedo alcuna ragione per ostinarmi a vivere in questo modo, come prigioniero di me stesso, del mio libro, del mio successo. 'Fanculo il successo. Voglio una vita, ecco. Voglio una casa. Voglio innamorarmi, bere una birra in pubblico, andare in libreria e scegliermi un libro leggendo la quarta di copertina. Voglio passeggiare, prendere il sole, camminare sotto la pioggia, incontrare senza paura e senza spaventarla mia madre. Voglio avere intorno i miei amici e poter ridere e non dover parlare di me, sempre di me come se fossi un malato terminale e loro fossero alle prese con una visita noiosa eppure inevitabile. Cazzo, ho soltanto ventotto anni! E voglio ancora scrivere, scrivere, scrivere perché è quella la mia passione e la mia resistenza e io, per scrivere, ho bisogno di affondare le mani nella realtà, strofinarmela addosso, sentirne l' odore e il sudore e non vivere, come sterilizzato in una camera iperbarica, dentro una caserma dei carabinieri - oggi qui, domani lontano duecento chilometri - spostato come un pacco senza sapere che cosa è successo o può succedere. In uno stato di smarrimento e precarietà perenni che mi impedisce di pensare, di riflettere, di concentrarmi, quale che sia la cosa da fare. A volte mi sorprendo a pensare queste parole: rivoglio indietro la mia vita. Me le ripeto una a una, silenziosamente, tra me».
Chiunque abbia anche solo un grammo di cuore e sensibilità non può non rimanere colpito e toccato dalla lucida rabbia che affiora dalle parole di Roberto. Quando lui dice che la sua passione è scrivere e raccontare il mondo che lo circonda, e che per farlo uno scrittore deve necessariamente sporcarsi con la realtà, Roberto scrive una delle cose più vere che si possano dire a proposito della letteratura, e forse anche di qualunque mestiere che abbia a che fare con l'anima e la creatività.

Il coraggio, la forza e la determinazione che continua a dimostrare, a viso aperto, quasi con lo spirito di un nobile cavaliere, sono un esempio di costanza e di integrità morale di cui, oggi, tutti quanti abbiamo un grandissimo bisogno. Al di fuori di tutte le menzogne, delle idiozie, della vacuità da cui siamo costantemente circondati e bombardati.

Dobbiamo essere tutti con lui, sempre.

venerdì, ottobre 17, 2008

Sono qui!

Ci sono, cari amici blogger. Sono state due settimane piene di impegni e cose varie, che mi hanno fatto stare lontano da casa e dal computer. Sono stato a Roma e a Bari per lavoro, poi sono andato a Ghent, in Belgio, per fare un reportage per il mio sito web ColonneSonore.net e per trovare il mio fratellino che vive lassù.

Sto vivendo giornate molto serene, il mio stato d'animo personale è sul livello "very good!" e ciò non può che essere un bene, ovviamente. I miei progetti proseguono e qualcosa comincia anche a prendere forma. Ora devo solo stare attento a gestire bene il mio tempo.

I miei occhi guardano sempre il cielo e, con l'aiuto della mia macchinetta digitale, provo a fissare qualcosa. Ho una vera fissazione per le nuvole, questo ormai è chiaro... :)




Ci sentiamo molto presto, cari amici. Ve lo prometto!

lunedì, settembre 29, 2008

Messaggio promozional-letterario

E' bello veder finalmente realizzato qualcosa che prima o poi sapevi che sarebbe successo.

Conosco Micol da più di dieci anni. E' stata la prima ragazza di cui mi innamorai seriamente. E' una persona che ha sempre saputo leggermi come poche altre ho incontrato fino ad oggi. Mi è stata vicina in momenti difficili. Mi ha fatto scoprire tante piccole, grandi cose. Ed è una scrittrice che sa veramente come mettere insieme le parole e arrivare fin dentro di te.

Insomma, in cuor mio ho sempre saputo che questa ragazza sarebbe presto diventata una scrittrice professionista e che io, un giorno, sarei entrato in libreria e avrei comprato un suo libro. Successe più o meno un paio di anni fa (anche se il suo primo libro, la raccolta di racconti Vienimi nel cuore, me lo diede lei di persona), ma è stato ancora più bello quando settimana scorsa, alla Fnac di Via Torino, mi sono trovato di fronte ad uno stand col suo nuovo libro in bella vista. Hehe, Micol... aspettavo come un bimbo questo giorno e finalmente eccolo qui. E poi il servizio al Tg3, gli articoli sui quotidiani, i dati delle classifiche... che dire se non "aspettavo questo giorno da tempo..."?

101 cose fare a Milano almeno una volta nella vita è un libro che TUTTI i milanesi dovrebbero leggere. E' un'ode ad una città di cui tanti parlano sempre troppo male, soprattutto perchè non hanno il tempo, gli occhi, il cuore per scoprirne la vera bellezza. E' un atto d'amore vero e sincero di chi, come lei che lo ha scritto, ha imparato a vivere con il cuore fino in fondo, anche se a volte fa un po' male. E' un libro per chi vuole imparare a conoscere un po' meglio questa città strana, interrogativa eppure così aperta e disponibile. Non aspettatevi la solita guida per turisti distratti ed affrettati: questo è un libro soprattutto per i milanesi, per coloro che tutti i giorni corrono in metrò e sui marciapiedi, per quelli che tutte le mattine se ne stanno incolonnati soli soletti nella loro auto in tangenziale, per le persone che credono che Milano abbia dentro di sè una specie di magia.

Nei miei tentativi da scribacchino da due lire ho più volte tentato di descrivere e raccontare Milano per come l'ho sempre vista io. Ogni tanto mi sono persino divertito a immaginare un film ambientato in questa città nella quale sono nato e in cui vivo, che la facesse vedere nella sua anima più vera e più bella. Leggendo il libro di Micol mi sono accorto di come lei ci sia già riuscita così bene.

Insomma, se vi capita, ve lo consiglio con tutto il cuore. Fiondatevi in libreria e accaparratevene una copia (altrimenti andate qui e acquistatelo online). Come si dice nelle migliori recensioni, "non ve ne pentirete!". Parola di Mauri.

P.s.: il film tratto da questo libro voglio farlo io :)

martedì, settembre 23, 2008

Flashbaaaack... to tomorrow?

Durante le ultime due settimane mi è capitato spesso di sentirmi come uno dei personaggi di Lost, in particolar modo Desmond, che nel corso della serie acquisisce la capacità di viaggiare avanti e indietro nel tempo con la propria coscienza. Immagino che, a livello di sensazione, capiti forse spesso anche a voi.

Tutto questo parte da Facebook. Grazie a questo ormai indispensabile strumento di social networking, ho ritrovato una buona parte dei miei ex compagni di scuola superiore (è una cosa capitata praticamente a chiunque utilizzi il simpatico FacciaLibro) e mi sono così trovato a riprendere i fili di contatti e amicizie con persone che non vedevo e sentivo da tanto (forse troppo) tempo. Il cortocircuito "alla Lost" è avvenuto quando alcuni di questi miei amici hanno cominciato a postare fotografie di quegli anni: è bastato rivedere certi volti, alcuni posti, una certa luce particolare e la mia memoria e forse non solo quella ha cominciato a viaggiare a ritroso nel tempo, ritrovando sensazioni e stati d'animo che si erano momentaneamente fermati laggiù. Alcune di questi si sono cristallizzati e ora le osservo come si fa con un oggetto fermo, immobile, come una di quelle palle con la neve finta dentro. Altri però hanno ricominciato a pulsare e si sono rivelati nuovamente vivi, palpitanti, come risvegliati da un lungo e meritato sonno.

Ho dei bellissimi ricordi degli anni delle superiori. Ho avuto la fortuna di frequentare una scuola che mi piaceva. Ho incontrato amici speciali. Ho avuto professori fondamentali per la mia formazione. Era una scuola nella quale mi sentivo libero, al mio posto. Parlando con altre persone mi sono reso conto di quanto invece tutto questo non sia poi così ovvio e frequente. Sì, insomma, anche in questo caso, la vita mi ha graziato con una gran bella dose di fortuna.

Non pago di tutte le sensazioni generate da questa improvvisa e dolcissima madeleine proustiana, mi sono messo alla ricerca di vecchie foto degli anni di scuola, da poter rivedere e poi condividere con gli amici. Scartabellando tra la polvere di scatole di scarpe usate come contenitori, sono cominciate a saltare fuori tante altre cose: vecchie lettere, cartoline, biglietti d'auguri... ho dovuto farmi forza per non lasciarmi far travolgere dalla nostalgia, come spesso accade in questi casi, anche perchè non era per quello che mi ero messo a fare questa recherche. Mi sentivo spinto da qualcos'altro, come se fosse una cosa che dovevo fare per un'altra ragione, per qualcosa di più importante. E infatti è saltato fuori un vecchio diario. Anzi, era una di quelle agende che regalano in banca, con la copertina marroncina in similpelle. Quando l'ho vista l'ho riconosciuta subito. Eccolo lì, il contenitore delle mie paturnie adolescenziali. Un diario personale, praticamente il mio blog di allora. Mi sono messo a rileggerlo un po', ovviamente. Alcune cose le ricordavo ancora bene, soprattutto le varie mestizie sentimentali che passavo in quegli anni, in particolare quelle legate alla mia amica Micol (non mi ricordavo di quanto a lungo avessi perso la testa per lei). Altre cose invece mi hanno sorpreso. C'è un pensiero commovente che avevo dedicato al mio amico Marco, strappato improvvisamente alla vita nel 1996. Ci sono alcuni ragionamenti già piuttosto maturi, che formano delle peculiari consonanze con le cose che oggi scrivo qui dentro, a distanza di tredici anni. Ho ritrovato il filo di quel velo di malinconia che spesso mi accompagnava in quegli anni e che a volte sento anche oggi.

Mi sono accorto che, con alcune dovute e ovvie differenze, somiglio ancora moltissimo a me stesso. E questo si è confermato e ricomposto ancora di più quando, lo scorso venerdì, ci siamo ritrovati vìs-à-vìs con gli ex compagni di scuola per una classica e memorabile reunion. Dopo i primi minuti di emozione mista ad una sorta di imbarazzo (dieci anni non sono tanti, ma non sono neanche così pochi), ho rivisto e ritrovato qualcosa di molto, molto familiare. E quando, tornando a casa, la mia testa si perdeva e si ritrovava in riflessioni e pensieri al volante della mia auto, ho capito che tutto questo è accaduto adesso per una ragione precisa. O meglio, sento ora che questo ritorno/ritrovo/ri-unione/rewind assume un senso ancora più bello ed importante per quello che sento in questo momento dentro di me, come raccontavo nel post dei "segnali". Sto cercando di plasmare con le mie mani il futuro e quello che voglio essere nei prossimi anni e comincio ad avere una visione chiara, perchè ora ho ritrovato un contatto emozionale profondo con una parte di me stesso, una parte fondamentale.

Forse sto solo cercando di capire il senso del tempo, passato presente e futuro. In tal caso, è un gran macello, lo so (e infatti guardaunpo' in questo periodo sto leggendo Mattatoio n°5 di Kurt Vonnegut, che parla di un uomo che viaggia avanti e indietro nel tempo, in un modo tale che il senso della sua esistenza viene continuamente rimesso in discussione).

Ok, ok... adesso vado a dormire, sennò mi scoppia la testa... :)

lunedì, settembre 15, 2008

Tarattatà!

Ovvero: sono felice di essere quello che sono.

Sì, ci pensavo poco fa, perchè se mi metto a sorridere come un ebete e mi sento contento quando sento una canzone spensierata e trascinante e mi viene voglia di cantare ad alta voce all'una di notte, allora forse vuol dire che la prendo davvero dal verso giusto, questa vita strana. Sono felice di essere come sono, di essere me stesso, così, dalla testa ai piedi. Certo, ci sono tante cose su cui devo migliorare, lavorare e perseverare... ma qui, deep in my soul, rido e sorrido per quello che sono. Devo dire grazie al mio babbo e alla mia mamma, più che ad ogni altra cosa, e alla fortuna di aver avuto sempre il cibo giusto per la mia anima.

E allora mi metto a cantare taratta-tarattatta-taratatta-ta-tà...

mercoledì, settembre 10, 2008

Signs

E' proprio vero: una volta sinceramente convinti che le cose possano cambiare, arrivano quasi immediatamente i segni che il cambiamento è molto prossimo. Sono segni che indicano che la strada è quella giusta e che si è accettato fino in fondo di percorrere una nuova via.

La vita è strana e sorprendente.

Quello che mi colpisce è che, forse per la prima volta nella mia vita, non sono per niente spaventato o intimorito dal cambiamento, non ho paura di correre un rischio. Lo sento forte perchè è qualcosa che voglio veramente. E traggo molta forza dall'essere consapevole che posso realizzare qualcosa con le mie mani, qualcosa di mio, in cui posso mettere tutto me stesso e farlo perchè mi piace e perchè ci credo. Come canta Ben Harper "I can change the world with my own two hands".

C'è troppa gente che, per una ragione o per l'altra, ad un certo punto decide di scendere a grossi compromessi con la propria vita e le proprie passioni, arrivando alla fine di tutto ad alzare le spalle e a rinunciare, convincendosi che tutto sommato va bene così. Ho capito in questi giorni, forse davvero per la prima volta, che io non sono una di quelle persone. Io voglio seguire quello che sento, qui dentro, a sinistra del torace. E' una scommessa, come tutte le scelte vere e sincere. Ma io ci sto.

venerdì, settembre 05, 2008

In The Flux

E dunque, dopo la pausa estiva vacanziera, sono rientrato a pieno regime nel flusso contorto ed inestricabile della mia quotidianità: lavoro, pensieri, ore di sonno arretrato, musica, elucubrazioni sull'esistenza, progetti per il futuro, ansie e divagazioni sul mio stato d'animo, carestia sentimentale, cazzeggio variegato da internet e via discorrendo. Tuttavia il ritorno a tutto questo è, almeno fino ad ora, molto placido, riflessivo e leggero. E credo sia solo un bene.

Mi godo gli ultimi istanti d'estate, alla ricerca di raggi solari e di pezzi di cielo azzurro, entrambi ormai sempre più rari a Milano, dove la volta celeste cede il passo ad un biancore lattiginoso appena colorato di un pallido turchese. L'autunno incombe pian piano, nell'attesa di esplodere prossimamente nei suoi inimmaginabili colori.

E se tra i miei pensieri sbarluzzicavano idee e lampi nelle scorse settimane, negli ultimi giorni sono attraversato da piccole tempeste che passano ogni volta a rimettere sottosopra le mie idee e i miei piani per quanto riguarda l'avvenire prossimo venturo del sottoscritto. La mente corre, le idee si susseguono e si scavalcano l'un l'altra, il cuore talvolta si mette a battere all'impazzata nella prospettiva di qualcosa che davvero può cambiare. Ed è proprio in questa parola e su questo concetto che voglio puntare tutte le mie energie nei prossimi giorni, settimane, mesi: Change. Le cose devono cambiare, in meglio. Se lo dice Obama per il suo Big Country, allora lo posso pensare anche io per la mia piccola ma densa vita.

Sono l'artefice della mia esistenza, ho in mano tutte i numeri per riuscire a fare davvero quello in cui sento di poter fare la differenza in questo mondo, senza paura e senza timori. E voglio farlo col sorriso, gettandomi propulsivamente in avanti, facendomi scompigliare i capelli dal vento. Voglio spazzare via e tenermi lontano dal pessimismo diffuso, dalle assurde e spesso immaginarie barriere che ci circondano, che condizionano le nostre scelte e il nostro modo di essere. Voglio scansare come peste l'idiozia che ammorba gran parte di questa "civiltà" ipocrita. Voglio pensare in modo radicalmente diverso ed attivo. E' troppo facile convincersi di tutta la schifezza che ci viene buttata addosso quotidianamente e io a questo gioco non ci voglio stare. No, cazzo, non ci sto.

E' tutto qui, nelle mie mani, nella mia testa, nel mio cuore. Devo avere la forza, la fiducia, la volontà, l'intelligenza e l'anima pronta per guardare negli occhi il leone e lanciarmi nella sfida. O almeno, ci devo provare.

I've looked at clouds from both sides now
From up and down, and still somehow

It's cloud illusions I recall

I really don't know clouds at all


Discover Joni Mitchell!


giovedì, agosto 28, 2008

Back In Town

Eccomi qui, I'm back in town, con una bella abbronzatura e lo spirito molto rinfrancato dal sole, dal mare, dai colori e dai profumi della meravigliosa Sardegna. Per ora lascio parlare solo qualche foto, ma ci sentiremo presto per aggiornamenti e sproloqui vari della nuova stagione che sta per iniziare...

Cheers to all!









lunedì, agosto 18, 2008

Verso l'isola...

Ebbene, tra poche ore partirò verso un lido di consonanza vacanziera, ovvero l'isola Sarda (località Cala Gonone, vedi foto), per passare una settimana di vacanze, all'insegna del mare, del sole e del relax puro. Mii, non mi sembra vero!

I lavori casalinghi sono andati bene, ho fatto un bel restyling della mia stanza e sono fiero del risultato. Al mio ritorno posterò anche qualche foto dell'esito. Certo, mi sono fatto un mazzo così a montare da solo scrivania, libreria, ben 5 colonnine portaCD, mensole e comò. Ugh. :/ Ma, alla fine di tutto il lavoro, ero fiero di me stesso e delle mie capacità di ometto di casa.

Ci sono tante cose che mi stanno sbarluzzicando per la testa in questo Agosto particolare: idee, progetti e piani per i mesi che verranno. Sto cercando di focalizzare l'attenzione su alcuni miei punti di forza per capire dove indirizzare le mie energie. Ma ora voglio solo pensare alla mia agognata e meritata settimana di vacanza pura. Spero di ritornare caricato a mille per poter affrontare i mesi che verranno con lo spirito giusto.

Ci vediamo tra una settimana o poco più, my dear blogger friends! Vi lascio con un brano abbastanza "estivo" per cullarvi un po' in questa seconda metà di agosto... See ya!


Discover Eels!

sabato, agosto 02, 2008

Silenzio Radio

E' passata mezzanotte, per cui sono ufficialmente (e finalmente!) in ferie. Finalmente posso tirare il fiato e decomprimere un po'.

E come ogni anno, mi ritrovo a dovermi gestire le vacanze lastlastsecond. Ancora non so se e quando partirò, ma farò di tutto per trovare una meta e volare via da qualche parte almeno una settimana. Tuttavia non se ne parla prima del 16 o 17 agosto: settimana prossima c'è da imbiancare casa, poi devo risistemare la mia stanza, infatti domani vado in missione da Ikea per comprare nuova scrivania, libreria, mensole e colonnine portaciddì. Insomma, le mie vacanze cominciano con un bel lavoro da fare... ugh!

Nei prossimi giorni dovrò quindi staccare e smontare tutto, computer e connessione internet compresi e quindi entro in un periodo di silenzio radio per almeno una settimana-dieci giorni. Mi raccomando amici blogger, passate delle buone vacanze, diveritevi, rilassatevi, godetevela tutta, leggete un bel libro (però evitate il solito paperback da spiaggia), ascoltate ottima musica (e lasciate perdere gli idioti tormentoni estivi), fate del buon sesso, soddisfate i sensi della vista, del gusto e dell'olfatto e, più di ogni altra cosa, cercate di sentirvi assai più leggeri. Le vacanze servono soprattutto a questo. Io, dopo i lavori casalinghi che mi aspettano, cercherò di fare del mio meglio.

Here's lookin' at ya, kid. Vi lascio con un bel brano estivo, da ascoltare sotto un cielo stellato d'estate coi grilli che fanno cri-cri in sottofondo. A presto!


Discover Jack Johnson!


venerdì, agosto 01, 2008

That's What Friends Are For

Così cantava una mielosa Dionne Warwick in compagnia di Elton John, Gladys Knight e Stevie Wonder negli anni '80. Eh, quand'ero ancora un bambino.

Riflettevo in questi giorni sul valore e l'importanza dei legami d'amicizia. A volte si dà troppo per scontato avere intorno persone che sono in grado di sopportarci, di capirci, di ascoltarci, di farci ridere e di saperci dire le cose giuste al momento opportuno. Eppure molte persone si sentono irrimediabilmente sole, incomprese, incapaci di trovare qualcuno capace di empatia nei propri riguardi. Si preferisce scendere al compromesso dell'amicizia di comodo, quel genere di legame fra persone che scelgono di frequentarsi solo perchè si ha il terrore di rimanere soli in certi momenti (giuro che mi è capitato di conoscere persone così).

Io, grazie al cielo, ho avuto la fortuna sino ad oggi di aver trovato compagni di viaggio irrinunciabili. Persone su cui poter contare, di cui posso avere stima e fiducia. Amici a cui voglio bene, capaci di donare sorrisi, abbracci, risate e parole importanti. E col passare del tempo ho imparato a potare i rami secchi e a dedicare le mie attenzioni e il mio affetto alle persone giuste.

A volte però tendo a rinchiudermi in una sorta di guscio, per proteggermi da ciò che mi può far male. Mi capita di rinunciare consapevolmente al contatto e alla condivisione per scegliere di rifugiarmi nelle mie piccole certezze, dentro cui sentirmi più al sicuro. Ma poi mi ritrovo a rompere questi confini per cercare una via di espressione e di scambio... come in questo momento, in cui scrivo in questa specie di diario a cui affido ciò che mi passa per la testa e per il cuore.

E poi mi accorgo che grazie a questo blog ho potuto fare nuove irrinunciabili amicizie. Persone con cui sento di aver qualcosa (e anche più di qualcosa) in comune, con cui sento vibrare consonanze forti ed intense. E' una cosa che mi lascia ancora molto stupito. Il nome che ho dato a questo blog è stato quasi profetico, in tal senso. Forse è qualcosa di cui non posso veramente fare a meno: cerco, anzi, anelo al contatto umano più di ogni altra cosa. Credo sia merito dei miei genitori e della mia famiglia, che mi hanno saputo insegnare davvero cosa vuol dire amare (e questo lo dico senza sentimentalismi). Devo sentire vibrare le corde dello stomaco e potermi donare a chi ho di fronte, per raggiungere la sublime armonia che l'essere umano è capace di produrre quando dà il meglio di sé.

Per Zion, Moky, davmo, Maria Rita, mistral, Simona, Suysan, La Ele, Ale, Marìa, Simo. E per tutti coloro che sono passati di qua lasciando un segno o facendo vibrare una consonanza. Come cantava James Taylor, anch'io posso dirvi: You've got a friend.

venerdì, luglio 25, 2008

Prometeo, Narciso, Orfeo e Morfeo

"Tender is the night", diceva qualcuno.

Quando arriva la sera e, pian piano, la notte comincia a prendere posto, mi lascio sempre di più trascinare placidamente da tutto quello che ho intorno. Pochi istanti, qualche ora da dedicare esclusivamente a me stesso e nient'altro, in compagnia della mia musica, delle mie immagini, dei miei pensieri sparsi, delle mie idee che ogni tanto saltabeccano e che cerco di fissare da qualche parte. Non mi curo tanto di dare un ordine preciso alle cose, preferisco ascoltare il rumore e il suono dei miei pensieri, tentando di trovare le consonanze e le frequenze armoniche, nel tentativo di mettere insieme dei suoni che siano capaci di farmi provare delle emozioni che ancora non ero in grado di capire, di ascoltare e di filtrare attraverso tutto me stesso.

Ancora una volta, tento di cercare la luce, di catturare il mio personale fuoco di Prometeo, per guardarlo negli occhi e uscire almeno per un po' dalla "comfort zone". Guardare dentro, per poi riesplodere fuori con una nuova e diversa consapevolezza di me stesso. Voglio cercare di tenermi distante dalle tentazioni di Narciso, soprattutto quando scrivo qui (ma un blog personale non è forse solo un altro modo di rimirarsi davanti allo specchio?), ma poi se scavo dentro di me, è proprio con me stesso che devo fare i conti.

Io so qual è la storia che voglio raccontare. E' lì da un po', nel solito cassetto, sparsa in appunti vari su fogli e in varie pagine della mia Moleskine. Il mio Orfeo è lì, deve scendere agli inferi per riportare su la sua amata e tentare di salvare anche la sua anima.

"Tender is the night", diceva qualcuno. Sì, la notte è mia dolce amica, perchè le faccio compagnia per un po' e lei mi ricambia sovente donandomi il conforto di Morfeo.

E allora, vado a lasciarmi cullare da Morfeo... I'm going to sleep to dream, come canta la brava Fiona Apple. E a proposito di Fiona, vi saluto con questo piccolo cadeau musicale.


Discover Fiona Apple!

giovedì, luglio 24, 2008

Waiting...



Waiting on an angel
One to carry me home
Hope you come to see me soon
'Cause I don't want to go alone
I don't want to go alone

Now angel won't you come by me
Angel hear my plea
Take my hand lift me up
So that I can fly with thee
So that I can fly with thee

And I'm waiting on an angel
And I know it won't be long
To find myself a resting place
In my angels arms
In my angels arms

So speak kind to a stranger
Cause you'll never know
It just might be an angel come
Knockin' at your door
Knockin' at your door

And I'm waiting on an angel
And I know it won't be long
To find myself a resting place
In my angels arms
In my angels arms

Waiting on an angel
One to carry me home
Hope you come to see me soon
Cause I don't want to go alone
I don't want to go alone
Don't want to go
I don't want to go alone

mercoledì, luglio 23, 2008

Still


"Even things that seem still are still changing" (Ben Folds)

Soltanto una bella canzone che volevo condividere con voi (e nella frase qui sopra del ritornello poi mi ci ritrovo tantissimo). Ormai avete capito che amo il pianoforte e questo genere di atmosfere (che, in effetti, descrivono bene una buona parte di me).

I hope you all will enjoy it.




mercoledì, luglio 16, 2008

Ain't that peculiar

Voglio correre come un matto
verso tutto ciò che ancora non so
e fintanto che ho fiato
continuerò a muovere i piedi.

Sono giorni particolari, in cui mi ritrovo a godere un po' di vita casalinga solitaria (anche se quel buco è ancora vivo e profondo) e a sentire sempre di più il valore e l'affetto delle persone che mi circondano. Lo scorso weekend ho partecipato al terzo matrimonio nel giro di tre mesi (questa volta è stato il turno di un mio caro collega/amico) e, come al solito, è stata una festa in cui il sottoscritto si è distinto per le sue doti di ballerino sotto effetto alcolico :) Ma la giornata è stata bella proprio perchè c'era un clima d'affetto molto sentito e partecipe. Ho la fortuna di fare un lavoro che mi ha fatto conoscere molte persone in gamba e alcune di queste le posso chiamare amici. So che questa è una rarità per molti, ma a volte mi rendo conto di quanto sia importante avere intorno, gente di cui ci si può fidare soprattutto nella giornata cosiddetta "lavorativa" (che poi è un bel pezzo della nostra vita, no?). Io non potrei farne a meno.


Un sorriso appare improvvisamente
e gli occhi si spalancano
facendo vedere un mondo sommerso
ma finalmente limpido e puro.

Sono giorni particolari, in cui mi perdo a contemplare i raggi del sole e l'azzurro di un inedito cielo milanese terso. L'estate inoltrata prosegue. Le mie vacanze rimangono, as usual, incognite e affidate alla clemenza di un invito inaspettato, oppure finalmente alla volontà di affrontare un viaggio nella compagnia di me stesso e nessun'altro (sono anni che dico che lo voglio fare, ma non l'ho mai fatto). Ma sinceramente non m'importa più di tanto. Avrei solo voglia di tuffarmi in mare e godermi la pigra lentezza di quelle giornate in cui non c'è nulla di cui doversi preoccupare.


Spalancare le finestre e lasciare entrare aria pura.
Prendere quella mano tesa verso di te
e capire che non c'è più solo dolore
ma ci può essere anche gioia

Sono giorni particolari, in cui volentieri mi lascio cullare dolcemente dalle mie piccole beatitudini terrene, capaci di risollevare una giornata magari non proprio eccezionale: ascoltare un buon disco, guardare un buon film, leggere un buon libro. A tutto questo io aggiungo anche scrivere così come sto facendo ora, lasciando scorrere le dita sulla tastiera, lasciandomi trascinare da una forza invisibile che vuole soltanto esplodere e librarsi al di fuori di me, fuori dal corpo e dalla mente.

Già, giorni particolari... Ain't that peculiar...

venerdì, luglio 11, 2008

Impunità e immunità

In questi giorni si parla molto di immunità, di come salvare le chiappe ai potenti e di come fare in modo che quelli che contano possano rimanere impuniti e protetti... mentre un Paese intero affonda pian piano, ogni giorno sempre di più, come il Titanic (o come l'Argentina di qualche anno fa). E quando sento parlare di "salva-premier", "blocca-processi", intercettazioni proibite e tutto il corollario di nefandezze che questo immondo governaccio sta propinando, mi torna in mente questa sempre attuale scena de "Il Marchese del Grillo" con Alberto Sordi:



Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro.

giovedì, luglio 03, 2008

Le stelle

Stavolta lascio parlare la musica: "Release the Stars" by Rufus Wainwright, ovvero una canzone meravigliosa di un musicista straordinario.



Nella canzone si parla di stelle del cinema e dei sogni della Hollywood che non c'è più. Trovo tuttavia che questa canzone sarebbe un perfetto accompagnamento per un ballo galante con una ragazza dalla bellezza mozzafiato in abito da sera, in una festa in villa in stile "Il Grande Gatsby", sotto un cielo stellato e le colline californiane sullo sfondo...

Vabbè, lasciatemi sognare per qualche minuto... poi torno giù coi piedi ben saldati a terra.

sabato, giugno 21, 2008

La luna

Stavo quasi per dimenticare quanto fosse piacevole fare quattro chiacchiere e bere una birra insieme ad un buon amico, in mezzo a tanta gente e sotto il cielo notturno di una notte di inizio estate.

Questa sera c'è una luna fantastica, l'aria calda e afosa la circonda di un alone mistico e le dà un colore giallino molto bello da contemplare. La luna è sempre ispiratrice di pensieri e di riflessioni...

Haiku mauriziano dedicato alla luna quasi piena di una notte di inizio estate:

Sfera perfetta
Remoto satellite

abitante dello spazio siderale

Pallida ma non troppo

Compagna di meditazione

ispiratrice di sogni infiniti.

venerdì, giugno 20, 2008

Sole!

Che dite, dopo ben tre giorni senza pioggia e senza freddo, possiamo finalmente affermare che anche a Milano sta arrivando l'estate? :)

Haiku mauriziano dedicato al sole d'estate:

Raggi potenti
luce vitale
calore melodioso
infinita, straordinaria forza
Splendi alto
sulla testa degli uomini.