sabato, dicembre 08, 2007

Sometimes I just feel blue...

E' da qualche giorno che sono un po' giù e non so esattamente perchè. Da quando sono tornato dal mio viaggio, man mano che i giorni sono trascorsi, ho avvertito una malinconia e un velo di tristezza sempre crescenti. E' stato un viaggio bellissimo, ricco di cose straordinarie che mi porterò dentro al cuore per il resto della mia vita (che diamine, ho incontrato John Williams!) e dunque dovrei essere caricato a mille come una bomba pronta ad esplodere. Però... però, non so cosa c'è. Qualcosa si muove dentro, sento movimenti interni sussultori, cambio umore continuamente.

Oddìo, credo di sapere in parte cos'è che mi rantola dentro le budella e mi fa sentire così: da un lato c'è sicuramente tutta la nostalgia per qualcosa di bello che ora è terminato (leggi: il viaggio in America). Questo mi succede sempre, al termine di un viaggio significativo o di un periodo particolarmente intenso. Vivo sempre di continui riverberi emotivi, è sempre stato un mio grosso difetto. Oggi tornavo a casa in tram e c'erano dei riflessi della luce del sole nella timida foschia milanese. Ho sentito un forte sussulto, certe immagini mi sono tornate alla mente e lo stomaco a cominciato a torcersi.

Però c'è anche dell'altro. Sento che ho voglia di cambiare diverse cose, in questo momento. Mi sento un po' prigioniero del fatto che non posso/non riesco ad andare finalmente a vivere da solo. Essere l'ultimo figlio di una famiglia numerosa rimasto a vivere in casa comporta delle responsabilità, ahimè. Ma c'è anche qualcosa d'altro. Comincio a sentirmi fuori posto: in questa casa, in questa città, negli ambienti dove vivo e lavoro. Ho una enorme voglia di fare un grosso cambiamento.

Ho sempre subito il fascino degli Stati Uniti. E' un paese strano, contraddittorio, pieno di ambiguità e di stranezze. Ci sono un sacco di cose di quel paese che non sopporto e che non sento per nulla mie. Però in quest'ultimo viaggio, durante diversi momenti, ho avuto più volte la sensazione di sentirmi davvero a mio agio, come se fossi in un posto dove posso realmente stare bene ed essere me stesso fino in fondo. Boh, chissà, forse ho appena detto una grossa stronzata, non lo so.

Non so se questo significhi qualcosa, però sicuramente lo prendo almeno come un segnale. Qui, a Milano, in Italia, sento che per uno come me ci sarà sempre meno spazio. Ho paura che se continuerò a rimanere qui a lungo, mi sentirò sempre più così forse, schiavo e prigioniero di un paese che sta uccidendo brutalmente tutti i sogni, le speranze e l'ostinazione di chi ha meno di 50 anni.

Boh, forse sono solo un po' triste, tutto qui. E in serate come questa vorrei solamente che ci fosse qualcuno qui di fianco a darmi un abbraccio o una carezza.

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Now playing: Jerry Goldsmith, "It's All True" (from Islands in the Stream - Original Motion Picture Soundtrack)

3 commenti:

Bungler Butterfly ha detto...

Come ti capisco!
Anche io qualche anno fa ho fatto un viaggio negli Stati Uniti (un mese tra San Francisco, Berkeley, Los Angeles e Las Vegas)e ce li ho ancora nel cuore.
Il rientro a Milano è stato durissimo: tutto era orribile, piccolo, stretto, grigio e imbronciato.

Poi, piano piano, mi sono abituata.
Continuo a vivere a Milano con una fetta di America nel cuore.
Cerco di portare sempre con me il loro relax, i loro sorrisi, il loro "It's ok mate!" e vivo la mia vita.
Perché è tutta una questione di testa... ;)

Maurizio ha detto...

Probabilmente hai ragione... è tutta una questione di testa. Chissà perchè però sento tutto dentro la pancia...

Tuttavia mi considero già fortunato sotto diversi aspetti qui a Milano: faccio un lavoro che mi piace e che tutto sommato continua a darmi nuovi stimoli.

Boh, forse devo solo imparare a guardare le cose con una prospettiva un po' diversa. La voglia di uscire fuori dai miei confini cmq è forte.

Grazie del tuo msg! :)

Ciao,
Mauri
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lula ha detto...

cristo, mi hai ucciso. con le foto. e i messaggi che hai postato sul mio blog, grazie.

new york.. ogni volta che tornavo piangevo. il mio posto, l'unica casa. per sempre.

solo che ora una casa l'ho trovata qui. era l'unica cosa che avrebbe potuto in qualche modo ancorarmi, ed è successa.

ovviamente ne sono felice. però, tu. se ti viene uno stimolo, anche folle, in quel senso. vai. ti prego, vai. la vita non è abbastanza lunga.

(che poi più o meno è quello che consiglierei a chiunque.. chiunque a cui voglia bene, quantomeno)

hold on, i miracoli accadono. buonanotte, un abbraccio, quello dell'altro giorno.

micol