giovedì, settembre 13, 2007

Lifeline, ovvero: il cuore di un grande musicista

Due settimane fa è uscito il nuovo album del grande Ben Harper, un cantautore tra i miei preferiti di sempre, a mio parere un vero artista a tutto tondo.

Amo molto questo musicista perchè è schietto, sincero dal profondo dell'anima, è romantico, non ha paura di esprimersi in maniera diretta, limpida e toccante attraverso la sua musica e i suoi testi. Ed è un musicista tecnicamente formidabile, doma la chitarra con un fuoco che pochi hanno. Spesso i critici e i musicologi per definirlo ed etichettarlo cercano di trovare le somiglianze con alcuni grandi del passato: Bob Dylan, Jimi Hendrix, Marvin Gaye, Otis Redding... la verità è che Ben racchiude come un miracoloso recipiente tante ispirazioni delle più diverse (dal rock anni '70 al soul classico, passando per il country d'autore fino alla musica nera roots e alle frange del rock indipendente degli anni '90 nel quale nasce), riuscendole a farle tutte proprie e a proporle in modo fresco ed affascinante.

Finora mi sono piaciuti tutti i suoi album, dal primo, Welcome to the Cruel World, fino all'ultimo uscito lo scorso anno, Both Sides of the Gun. Nutro poi un attaccamento particolare per Diamonds On the Inside poichè è associato ad un periodo particolare della mia vita. Ma farei un torto ad ognuno dei suoi dischi se facessi una semplice ed fredda classifica (come piace fare spesso invece agli statunitensi). Ogni suo album e ogni sua canzone è un elemento che fa parte di un processo artistico molto vivo ed intenso, o perlomeno io lo percepisco come tale.

Tuttavia, questo ultimo nuovo disco, Lifeline, è arrivato inaspettatamente, senza troppi clamori e a pochissima distanza dal precedente. Sono rimasto davvero travolto dalla vitalità e dalla passionalità che c'è in questo nuovo lavoro del grande Ben. E' un disco "pieno", sebbene contenga solo 11 tracce e duri poco più di 40 minuti. Ogni canzone è un piccolo viaggio, una stupenda istantanea scattata con gioia e vitalità, nel quale si sente tutta la voglia di fare musica di Ben e del suo gruppo, gli Innocent Criminals. E' vero, c'è un grande omaggio alla soul music vintage, ma non siamo di fronte ad un semplice esercizio di stile. Tutto è invece pensato, scritto e suonato con l'anima, in modo schietto e con una sincerità quasi commovente. Ecco, in questo disco Ben Harper ci fa vedere il suo cuore, senza timori e senza pudori, e lo regala ai suoi ascoltatori. E non è una cosa da tutti, specie di questi tempi.

Avevo avuto una grandiosa testimonianza della profondità di questo musicista al suo stupendo concerto dello scorso ottobre al DatchForum di Milano: durante l'esecuzione della bellissima "Where Could I Go?", Ben ha cantato una intera strofa della canzone senza microfono, ossia riversando tutta la potenza del suo canto e della sua anima soltanto attraverso la sua voce non amplificata, con gli occhi chiusi e con le braccia aperte rivolte al pubblico, come se volesse abbracciarlo tutto quanto... un momento da pelle d'oca, veramente incredibile.

In queste due settimane ho ascoltato il CD almeno 6 o 7 volte. Mi piacciono tutte le canzoni e faccio ancora fatica a scegliere le preferite. Ho già caricato tutto l'album sul mio iPod e credo che girerà ancora a lungo. Per ora mi faccio trascinare soprattutto da "Fool for a Lonesome Train", "Say You Will", mentre cado in contemplazione con la conclusiva e struggente "Lifeline". Cacchio, che cuore e che anima... anzi, soul...

Grande Ben. Grazie ancora una volta.

"Don't let them take the fight outta you"

1 commento:

Felipegonzales ha detto...

Ho il tuo post (quasi tutto perchè era un pò lunghino) e ti devo applaudire. Si vede che ti piace sia la musica che il personaggio Ben Harper. Anch'io tempo fa avevo scritto qualcosa:
http://felipegonzales.blogspot.com/2007/10/nuovo-cd-di-ben-harper.html