martedì, settembre 18, 2007

Somatizzare

Bene, ho scoperto che anche io ho imparato a somatizzare lo stress, l'ansia e le insoddisfazioni attraverso il mio fisico. Cioè, non che non mi fosse mai capitato prima d'ora, ma nei giorni scorsi la cosa è stata per la prima volta vistosa e fastidiosa ed ha preso forma in un classico d'antan: colon irritabile. Per chi non lo sapesse, la patologia in questione provoca sintomi di gonfiore addominale, bruciore di stomaco, difficoltà nella digestione, crampi all'intestino. Ecco.

Ora pare che tutto sia tornato nella normalità, ma la cosa mi ha fatto pensare e riflettere un po', da bravo esegeta emotivo di me stesso quale sono. So bene quali sono state le cause di questa reazione somatica e non faccio fatica a capire quali sono i punti sui quali devo lavorare. In fondo, non ci vuole una scienza per analizzarmi e capirmi. Si tratta di non dimenticare di mettere sempre un po' di positività e di ottimismo in ciò che faccio durante il giorno, cercando sempre una spinta progressiva, per cambiare in meglio e per non stare fermi troppo a lungo. E ovviamente non lasciarsi trascinare nelle sabbie mobili delle piccole ansie e frustrazioni quotidiane. Insomma, come a dire: "perchè devo pensare ai dettagli, alle cosette piccole, grigie e inutili che mi stanno intorno quando ho un mondo enorme, gigantesco dentro di me, che carbura e alimenta un fuoco necessario e affascinante?".

Forse tutto questo appare un po' ovvio e risaputo, me ne rendo conto. Ma, a ben pensarci, mica poi così tanto.

Comunque, dicevo: questa cosa mi ha fatto nuovamente riflettere su quanto il corpo sia alla fine schiavo della mente, di quanto ne dipenda e se ne abbeveri avidamente. Mens sana in corpore sano, ovviamente e banalmente. Ogni tanto vorrei solo che questo cacchio di cervello non prendesse sempre il sopravvento. Una buona soluzione comunque è la cura 'Roger Rabbit'. Non sapete cos'è? Beh, avete presente il finale del film Chi ha incastrato Roger Rabbit? Quando ci sono tutti i personaggi Disney e Warner insieme, che vanno via insieme a Roger, Jessica e Eddie cantando l'allegra canzoncina "Dai, ridi, dai"? Ecco, proprio così: ridere! Provate a cantarla, quando c'è qualcosa che non gira come dovrebbe.

"dai ridi dai
che al vecchio mondo in fondo in fondo si sta ben
dai ridi dai
che la fortuna presto o tardi arriverà
niente nella vita è così brutto
e potrai gioire dopotutto
dai ridi dai!"

That's all, folks! :)
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Now playing: John Williams, "A New Name... A New Life", dalla colonna sonora del film Memoirs of a Geisha

2 commenti:

davmo ha detto...

io proverei con
sesso, droga and rock'n roll
che secondo me funziona, no?

saluti
davmo

Maurizio ha detto...

Credo proprio che sia una cura ottima, in effetti... :)

Grazie del consiglio :)

Ciao,
M
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