venerdì, settembre 21, 2007

Unheimliche

La mia vita onirica è molto attiva e feconda. Sono una di quelle persone che fortunatamente si ricorda abbastanza vividamente e senza troppa fatica dei propri sogni notturni e delle proprie esperienze oniriche, anche dopo un lungo periodo di tempo, soprattutto nel caso di sogni molto intensi o ricchi di significato. Non passo molto tempo ad analizzarli e a trovare tutti i significati nascosti (e che so' pissicanalista io?), ma piuttosto mi piace fermarmi a ripensarne e a riviverbe le atmosfere, i segni, le immagini... un po' come un film (che sono quanto di più vicino ai sogni esista nella vita conscia, ovviamente).

Mi capita spesso infatti di fare sogni con atmosfere molto simili e collegate tra loro: i miei sogni sono frequentemente ambientati di notte, o comunque immersi in una luce oscura. E anche quando interviene l'illuminazione c'è sempre qualcosa che non mi è totalmente chiaro. Tutto questo, sia nel sogno che quando ci ripenso, mi mette in uno stato di allerta e di sottile inquietudine. Ma più di ogni altra cosa sono i luoghi dei miei sogni a gettarmi in uno stato di quasi angoscia. I luoghi dei miei sogni sono infatti strani, attraversati da un'atmosfera molto particolare. Anche quando sogno di essere in luoghi familiari, c'è sempre qualcosa che li rende diversi, più oscuri e più angosciosi. Un esempio che mi balza subito in mente è la portineria del palazzo dove vivo e sono cresciuto: già a vederla così non è che ispiri calore e sicurezza, ma nel sogno diventa quasi l'antro di un orco, illuminato solo da luci fioche o da candele tenui, immerso in un drappo tetro e quasi lugubre.

Nei luoghi dei miei sogni, io sono spesso perso come dentro un labirinto, alla ricerca di una via d'uscita che inevitabilmente si trasforma in un cul de sac (The Shining, anyone?) o che mi conduce da tutt'altra parte rispetto a quella in cui pensavo di trovarmi.

Non sono incubi comunque, o almeno io non li definisco tali. Anzi, quando ci ripenso provo una sensazione di misterioso fascino mista ad inquietudine. Sì, perchè il mistero dei sogni genera pensieri creativi, circondati da quell'elemento di inspiegabilità e di fantasiosa irrazionalità che è così raro nella vita conscia, in cui praticamente tutto ha la sua logica spiegazione di azione/reazione.

Con l'aiuto del buon vecchio Sigmund Freud, questo stato d'animo e queste sensazioni suppongo si possano riassumere con una parola: perturbante (unheimliche in tedesco). Ecco come lo definisce il Sigismondo:
"il perturbante è quella sorta di spaventoso che risale a quanto ci è noto da lungo tempo, a ciò che ci è familiare."
Lo trovo meraviglioso: spaventoso e familiare sono due termini ossimorici, quasi antitetici. Il perturbante, come dice Freud, è ciò che scaturisce dal loro incontro... ciò che dovrebbe rimanere nascosto, segreto... e che invece è affiorato. La cosa che mi affascina e mi riempie di curiosità è che, dentro di noi, c'è un mondo gigantesco che rimane in gran parte celato e che affiora soltanto in alcune occasioni e in alcuni stati.

A volte sono le cose più familiari a nascondere i lati più oscuri e spaventosi... mi viene in mente la bellissima scena de L'impero colpisce ancora in cui Luke Skywalker, durante una pausa del suo addestramento Jedi con il Maestro Yoda, decide di addentrarsi in una misteriosa ed oscura caverna e lì dentro troverà la sua più grande paura: Darth Vader; decide di affrontarlo con la spada laser; dopo alcuni spaventosi fendenti, Luke riesce a tagliare la testa del nemico, che rotola lugubramente per terra; il casco nero di Vader esplode e sotto la maschera rivela... il volto di Luke.

Ora vado a sognare.

Pleasant dreams to you all.

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Now playing: "Building a Mistery", Sarah McLachlan (dall'album Surfacing)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao, ho letto ora il tuo commento sul mio blog.

Certo che puoi aggiungere il mio link ;)

Ho già letto quasi tutto qui, mi piace!

Maurizio ha detto...

Ciao!

Grazie della tua risposta e dei tuoi commenti. :)

Ora ti aggiungo ai miei link.

Cheers
M
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