lunedì, febbraio 04, 2008

Epitaffio di un Paese morente

La metto giù pesante, sì. Ma lo sconforto che mi assale nell'essere testimone della totale degenerazione che l'Italia sta attraversando non mi rende essere capace di guardare al futuro con gli occhi della speranza e dell'ottimismo. "Povera Patria", cantava Franco Battiato nel 1991, e in fondo lui ha già espresso molto meglio di quanto non possa fare io con le mie vuote parole questa idea di sconforto, decadenza e fatiscenza. Ma non ho ambizioni poetiche o letterarie in questo caso, ho solo bisogno di sfogare questa rabbia, questa indignazione che provo nei confronti di un Paese che non amo più, che ogni giorno che passa mostra sempre più il proprio lato peggiore e spaventoso.

La principale causa di questo malessere, anzi, di questo disgusto, è ovviamente la scena politica. Molti dei miei amici blogger e non, hanno già descritto con accuratezza gli eventi deprimenti delle scorse settimane e non voglio tornarci sopra. Quello che voglio solamente sottolineare è che, dopo aver assistito a quelle deprecabili scene nel Senato della Repubblica, ho sentito torcermi le budella, ho avvertito montare la rabbia, per poi sentirmi totalmente sconfortato. Provo a convincermi che, no, non può essere tutto così, quella non è l'immagine riflessa di come siamo fatti tutti noi italiani, non siamo tutti patetici e inutili buffoni...

E poi vedo la tragica, rivoltante situazione dei rifiuti di Napoli e dintorni. La metafora ideale di una nazione che affoga nella propria merda, che è sempre di più e tra poco ci turerà tutte le vie respiratorie. E poi vedo un Presidente della Regione condannato a cinque anni per favoreggiamento che non vuole dimettersi e che offre i cannoli ai giornalisti per festeggiare. E vedo un vecchio Papa rugoso che non parla più di carità, pace e amore e continua a tuonare anatemi, con il placet di finti intellettualoidi reazionari, politici vassalli e vescovi e cardinali che somigliano tanto ai Re Spettri di Sauron. E, last but not least, stiamo per assistere all'eterno ritorno del Nano, che sta per risorgere come Voldemort, più spaventoso e potente che mai.

La rabbia e l'indignazione salgono. E lo sconforto pure.

Mi viene voglia di scappare, di fare le valigie e di costruire il mio futuro da qualche altra parte. Ma lo dico con la tristezza nel cuore. Una volta, i nostri nonni e bisnonni salpavano su una nave ed emigravano in posti lontani con una valigia di cartone gonfia di sogni e la speranza nel cuore. Oggi invece noi dobbiamo fare in fretta e furia i nostri trolley color vaniglia e prendere il primo volo low-cost per la Spagna, la Francia o l'Inghilterra, colmi di rabbia e di incertezza, tentando di sfuggire ad un incubo.

7 commenti:

Maria Rita per Tango Out ha detto...

Non ho altro da aggiungere... concordo in pieno su tutto, compresa la "voglia di scappare". Non sai quante volte ci ho pensato...

Alessandro Minoggi ha detto...

E non so tu, ma lo sconforto peggiore lo vedo nella rassegnazione della maggior parte delle persone che ci circondano. sarò banale. ma la cosa che più mi indigna è la frase: "ragazzo mio, siamo in italia".

Esatto dico io, la terra che da Orazio a Pasolini, che ha espresso egregiamente la dignità di un popolo instancabile e colto e lucido e intraprendente... fino a un certo punto.

Dove ci siamo persi?

fabio r. ha detto...

Che dire? posso usare solo le sagge parole di Woody Allen:

I politici hanno una loro etica. Tutta loro. Ed è una tacca più sotto di quella di un maniaco sessuale.

Zion ha detto...

concordo in pieno con questo post, Maurizio. E' esattamente quello che avrei voluto scrivere io, ma le parole mi si strozzano in gola e non esocono.
Non ce la faccio a dire, pensare o scrivere più niente di politica perchè sono così arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, arrabbiata, ma tanto!!!!!!!! che non ce la faccio più.

E la cosa peggiore è sapere di dover andare a votare e di non essere rappresentati nemmeno dall'ultimo dei portaborse.
A me piange davvero il cuore. Povera Italia.

Zion

Maurizio ha detto...

Beh, vedo che c'è una forte condivisione di sentimenti in questo ambito... grazie al cielo ci sono al mondo persone come voi.

Speriamo davvero che il futuro non sia troppo nero, cari amici.

Moky in AZ ha detto...

Maurizio, hai ragione e condivido pur se lontana e in un certo senso distaccata dai problemi che stanno assediando il mio/nostro paese... il problema per me non e' che gli italiani non sappiano riconoscere le proprie mancanze, no, il problema e' che gli italiani hanno paura di perdere quel poco che hanno, il loro lavoretto anche se precario, il cadreghino si dice a Milano... anche se mi fa schifo, e' mio e me lo tengo stretto... i nostri bisnonni lasciarono l'Italia perche' ormai non avevano piu' nulla da perdere. E cosi' sara' probabilmente per il resto degli Italiani, quando la vita fara' davvero schifo, non solo un pochino, ma tanto, quando non avranno niente, piu' niente da perdere allora la vera rivoluzione iniziera'. Fino a quel giorno, cioe' finche' l'immondizia non iniziera' a risucchiarli dentro come un buco nero, gli italiani continueranno a galleggiare nella loro merda, lamentandosi ed aspettando i soccorsi...

Maurizio ha detto...

Moky, grazie del tuo commento.

Io credo fermamente che sia arrivato il momento di rimboccarsi le maniche e di cominciare ad avere un atteggiamento giusto, onesto e rispettoso a partire dalle piccole cose della vita civile che facciamo tutti noi. E' ora di dire BASTA a quel comportamento italico che fa spallucce e intanto continua a spalare merda nel giardino del vicino di casa. 60 anni di filosofia "mors tua, vita mea" hanno prodotto lo sfascio sociale e culturale di cui siamo testimoni, contaminando la classe dirigente e quella politica. E come dice Alessandro, non dobbiamo nemmeno cedere a chi ha scelto di rassegnarsi e di accettare lo status quo di questo paese malato. Bisogna cominciare a lavorare da se stessi e poi passare agli altri.

E' forse più una speranza la mia, che non un vero obiettivo. Vedo intorno a me molta gente capace, valida ed intelligente e questo mi da' un briciolo di fiducia in più.