venerdì, agosto 03, 2007

I racconti del Mauri - 1

ovvero: pezzi letterari di poco valore e/o spunti per storie ancora tutte da scrivere.

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"Bicchiere della staffa con Hank Mancini"

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Ludovico ha la testa fra le mani. E' seduto di fronte al suo pianoforte. Sul leggìo fogli di partiture scribacchiati nervosamente, pieni di cancellature, modifiche e correzioni dubbiose.

"Che cazzo", sta pensando, "mi incasino troppo facilmente. Non riesco a scrivere 'sto cazzo di contrappunto adesso... ieri erano le toniche del secondo movimento, oggi quest'altro... 'ffanculo".

Sente il peso del nome che suo padre ha voluto affibbiargli, siccome era ossessionato da Beethoven. Ludovico ha sempre amato la musica, sin da quando era piccolino. Uno dei suoi primi ricordi in assoluto, quando prova ad andare più indietro che può con la memoria, è proprio lui accovacciato sulle gambe del papà che sbatte le sue manine goffe sulla tastiera del pianoforte a muro della vecchia casa.

L'orologio sul pianoforte segna le 3:47.

"Per oggi basta così", dice Ludovico a voce alta.

Alzandosi, comincia a stirarsi e a sbadigliare rumorosamente. Ludovico manda giù tutto in una sorsata le tre dita di rhum che aveva nel bicchiere appoggiato di fianco all'orologio.

"Manco fossi Henry Mancini col suo Martini", pensa Ludovico.

Il pensiero allora lo porta a suonare le prime note di "Moon River".

"Cazzo, che tema questo..."
, si dice Ludovico mentre suona.

Ormai è rapito dalla melodia e comincia a suonarla tutta quanta. Comincia a piangere, ma va avanti a suonare fino alla fine.

"Grazie, Hank", dice quando ha terminato di suonare. "Adesso forse è meglio che mi vada a stendere un po', domani sarà una giornata di merda".

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