mercoledì, agosto 29, 2007

It's like life...


Qualche giorno fa, ho guardato nuovamente uno dei miei film preferiti: Turista per caso (The Accidental Tourist, 1988), diretto da Lawrence Kasdan e tratto dal romanzo omonimo di Anne Tyler. E' un piccolo grande film, che ho sempre molto amato per la delicatezza della messa in scena, la profondità della narrazione e per tante altre piccole cose. Il titolo di questo libro/film poi si addice bene al mio stato d'animo e alla mia situazione dell'ultimo periodo (e non solo questa). he he. :)

E' un film che parla dei grossi ostacoli e delle grandi sorprese che possiamo incontrare nella vita e lo fa in maniera molto realistica ma anche molto poetica. E' tutto raccontato attraverso i gesti minimi, gli sguardi laconici, le parole trattenute e le sfumature infinitesimali di Macon, il protagonista interpretato con immensità da William Hurt. Il "guscio" emotivo nel quale vive Macon è il luogo nel quale le persone emotivamente fragili sentono il bisogno di andare a rifugiarsi. Si può essere turisti, ma lo si fa senza dover rinunciare alla comodità della poltrona di casa propria (la poltrona con le ali è appunto il logo delle guide del "Turista per caso" del quale Macon è autore). Adoro come William Hurt sia riuscito a rendere questo tipo di stato d'animo attraverso la sua interpretazione e anche come Kasdan lo riprende e lo pedina durante il film. E quando una nuova persona improvvisamente si materializza magicamente nella nostra vita, come Muriel per Macon, dobbiamo saperla riconoscere e averne cura.

Il film poi scandaglia in maniera molto sincera le difficoltà dei sentimenti della coppia. Sarà che ultimamente ci rifletto spesso per varie ragioni, ma in questo film ritrovo le dinamiche e i modi in cui le persone si innamorano (Macon & Muriel) e come si lasciano (Macon & Sarah), il tutto dipinto in modo assai lucido e vero. C'è una battuta che riassume molto bene tutto questo, che Macon pronuncia alla fine del film, nel suo ultimo colloquio con Sarah:

"I'm beginning to think that maybe it's not just how much you love someone. Maybe what matters is who you are when you're with them."

Il finale è uno dei più belli e commoventi che io ricordi. Macon fa la sua scelta e decide finalmente di ricominciare da capo, abbandonando prima la sua borsa e poi inseguendo e infine ritrovando Muriel (non prima di aver avuto una di quelle visioni/rivelazioni che nel cinema sono sempre magiche). Kasdan racconta tutto questo con grande trasporto e commozione, "esplodendo" nell'inquadratura finale di Macon che, finalmente, sorride a Muriel e a noi. La splendida e commovente musica di John Williams fa letteralmente prendere il volo a questa sequenza, come nelle sue migliori colonne sonore per il cinema di Spielberg. E' un finale appagante, un regalo ai sentimenti genuini, dopo due ore di controllatissimo understatement.

Spero un giorno di scrivere una storia o di girare un film che possa regalare questo genere di emozione. E' un po' sentimentale, lo so... ma è qualcosa di sincero, really.

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P.S. obbligatorio (manoncentranientecolpostodierno): ho appena visto i pulotti che arrestavano due ragazzini che stavano tentando di rubare un auto qui sotto casa. Mii, sono arrivati sgommando come Starsky&Hutch e li hanno messi subito in manette. Law & Order?!

1 commento:

Seconda serata ha detto...

Ho dovuto aspettare diversi anni prima di vedere Turista per caso, dato che la mia curiosità era limitata dalla leggerezza di tutto il film, qualcosa che non ho quasi mai cercato. Ultimamente lo hanno proposto diverse volte in tv, quindi ho dovuto impostare il dvd-recorder per forza.
Ho trovato il tuo blog con Google. Ti invito ufficialmente a partecipare al Torneo dei film. Ne parlo qui
http://gegio.wordpress.com/il-torneo-dei-film/